mercoledì 17 gennaio 2007

Imaprare a leggere è imaparare ad essere cittadini

L' Italia detiene un primato in Europa ben poco invidiabile: siamo la nazione che legge di meno; questo è vero soprattutto per i giovani, molti di noi leggono solo per obblighi scolastici(e neanche sempre).
Ci sono molte scuse usate dagli italiani per non leggere: "non ho tempo" "i libri costano troppo" "non trovo nulla che mi interessi". Il vero problema è la mancanza di passione per la lettura, infatti solo chi ha passione riesce a trovare quella mezz'ora al giorno per un libro, e il primo esempio, come diceva Quintiliano a proposito della retorica, deve venire dalle famiglie: sono troppi pochi i bambini che vedono i genitori leggere un libro, troppe volte un nonno che regala un libro di fiabe al suo nipotino viene guardato male dagli altri parenti. Ma non è solo la famiglia a non dare ai ragazzi gli spunti giusti, anche la scuola, dalle elementari fino alle superiori, non da stimoli abbastanza forti: nella formazione di un ragazzo, infatti, il sistema scolastico si sofferma troppo sullo studio a tavolino della letteratura italiana e si danno pochi spunti per un lavoro più autonomo; troppe volte vengono studiate le caratteristiche di una poesia e troppe poche vengono dati gli strumenti per analizzarle in autonomia.
Alle elementari, per esempio, viene imposta la lettura di "Pinocchio" o di "Cuore" mentre si dovrebbe cercare, già in questa fase, di assecondare gli interessi del singolo fanciullo: a quello che vuole fare l' astronauta proporre la lettura di libri di Asimov, a quello che vuole viaggiare per il mondo i libri di Salgari e così via, in modo da far nascere l' interesse per la lettura.
Il problema della lettura, che può sembrare una causa vuota di interesse solo intellettuale, è, invece, un problema vero e una grave zavorra per la formazione di una cittadinanza attiva; chi legge pochi libri, infatti, difficilmente leggerà molti giornali e si terrà aggiornato su ciò che gli accade intorno solo attraverso la TV, che spesso è troppo superficiale e non esauditene nello spiegare i perché e i come di determinati avvenimenti.
La relazione tra lettura di libri e di giornali non è solo quantitativa ma anche qualitativa, come i libri per l' italiano medio sono principalmente uno svago, un modo per non annoiarsi o un passatempo in vacanza, così anche i giornali più letti avranno un fine d' intrattenimento: il giornale più letto è infatti "la gazzetta dello sport", che quasi tutti gli uomini leggono ogni lunedì al bar, anche per i periodici vale lo stesso discorso con il primeggiare di giornali di cronaca rosa.
Le opportunità che ci si offrono davanti oggi sono infinitamente maggiori di quelle di soli dieci anni fa, grazie ad Internet oggi abbiamo la possibilità di leggere giornali on-line e di confrontare, gratis, diversi articoli e punti di vista su un argomento e formarci un opinione propria più consapevole; oppure possiamo accedere al database delle maggiori librerie e avere la possibilità di leggere un libro direttamente sul telefonino e poi confrontare opinioni, recinzioni e giudizi con altri che hanno i nostri stessi gusti, attraverso forum e blogs.
La sfida per il futuro è questa, i nuovi lettori dovranno essere attivi e critici, saper analizzare e giudicare un opera, confrontarsi con i giudizi degli altri, dovranno saper scegliere tra migliaia di titoli quello di maggiore interesse; questa nuova frontiera è già stata aperta e molti paesi già hanno iniziato ad esplorarla, l' Italia è ancora molto indietro e deve recuperare un grande gap, è ora di iniziare a leggere...


"Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso"

ernesto guevara

1 commento:

Unknown ha detto...

Davvero condivisibili le tue osservazioni!In Italia ci sono pochissimi grandi lettori e tantissima altra gente che legge poco o niente!Bello Martins molto originale come sempre!Chi legge il tuo blog...si vede!ciao!

per informazioni, consigli, ingiurie o minaccie

leonmartin88@hotmail.com