mercoledì 6 dicembre 2006

proibizionismo, la legge dell'ignoranza

Il Ministro della Salute ha recentemente inalzato il limite di principio attivo che porta alle sdanzioni per il possesso di cannabis.
Questa decisione, di per se non molto rilevante, ha scatenato forti reazioni dei proibizionisti, la Casa delle Libertà(vigilate) in generale e il Vaticano tramite l'Osservatore Romano, che vedeono in questo decreto un improbabile primo passo verso la legalizzazione delle droghe(in generale xke molti politicanti che si skierano contro le droghe fanno confusione tra quelle pesanti e quelle leggere, succede quando ti fai le canne in Giamaica); dall'altra parte i legalisti, pdci e rosa nel pugno in prima linea, tentano di cavalcare questa flebile apertura per rimettere saul tavolo delle discussioni una legge atta a legalizzare le droghe leggere.
Facendo un riferimento un po' forzato, ma comunque calzante, si può prendere come esempio l'America, tanto amata dalla c.d.l., degli anni '20(da lì,tra l'altro, è partita la lotta contro la mariuana che era poco diffusa ma legale) e il proibizionismo dell'alcol; un insuccesso totale: il consumo di alcol non è diminuito, anzi è aumentato come forma di protesta, il mercato nero ha fatto la fortuna della mafia italo-americana.
Una cosa simile accade oggi in Italia, per molti giovani il consumo di cannabis è solo un modo di ribbellarsi alla società e il mercato della droga è un'enorme fonte di guandagno per la Mafia e la Camorra.
Un'ulteriore aggravante risiede nel fatto che gli spacciatori di mariuana spesso sono gli stessi ke vendono le droghe più pesanti e spesso "sponsorizzzano" questi prodotti per aumentare i loro guadagni, questo è uno dei maggiori incentivi per passare a droghe pesanti.
un'ultimo dato di fatto, confermato da studi scientifici, è che l'hascish comprato nel vicolo e importato da qualche paese del nord africa è fortemente più pericoloso di quello coltivato personalemente con lampade o, ancora meglio, in serra perchè ai rischi ke il consumo di hascish comporta di per se si aggiungono le incognite della coltivazione, condotta con pèesticidi al piombo o altre pratiche dannose per la salute, come anche alcune tecniche di estrazione del principio attivo per fare il cosidett fumo.
Tutte queste considerazioni, però, non le fa ne la Turco nè tantomeno Fini quando ha fatto la legge precedente, nè tutti i politici e gli esponenti di varie associazioni(azione giovani di spoleto sul sito del comune per esempio) che hanno sparato sentenze sull'argomento.
Il non aver fatto queste,o altre, coniderazioni non è dato da mancanza di intelligenza ma da mancanza di conoscienza; infatti nessuno di coloro che si schierano contro la cannabis, credo, abbia mai prestato servizio presso un cento di recupero, o abbia la più pallida idea di quanto sia un grammo di principio attivo o dell'effetto di 20 canne.
un'altra assurdità, spesso sventolata dai proibizionisti(che, torno a ripetere, sono degli ignoranti presuntuosi imbecilli e farebbero meglio ad informarsi prima di parlare e a stare zitti anche una volta informati) è il fatto che il consumo di cannabis che di per se non copmporta pericoli particolari porta a droghe più pesanti; è scientificamente dimostrata la falsità di queste teorie, non fosse altro per gli effetti opposti provocati da cannabinoidi e oppiacei, l'unico motivo, escludendo disagi sociali-personali, che porta al passaggio dall'una all'altra è la già citata conincidenza dei mercati.
chiudo con due considerazioni di carattere strettamente pratico: ci lamentiamo del problema della mafia e poi gli lasciamo il controllo su un mercato da miliardi di euro l'anno; se le carceri sono troppo piene non è assurdo riempirle ancora con migliaia di giovani, magari anche bravi ragazzi, macchiati della sola colpa di far uso di una droga non legale e che rischiano in questo modo di entrare in contatto con il mondo della vera malavita?

"Chi non ama le donne il vino e il canto, è solo un matto non un santo! "
Schopenhauer

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