mercoledì 7 febbraio 2007

Piazza alimonda

è da poco passato il giorno della memoria e sta per arrivare il giorno del ricordo; in questo sforzo celebrale di memoria vorrei anche io ricordare l'unica vittima di una piccola azione militare, una vittima ma per questo non meno importante delle altre.
La persona di cui sto parlando è morta il 20 luglio del 2001 (a soli 23 anni) a causa di una azione unilaterale di un gruppo paramilitare, che aveva ricevuto l'ordine di difendere 8 eminenti uomini che dovevano decidere le sorti del mondo(rappresentandone meno di un sesto).
Questo ragazzo si chiama Carlo Giuliani, ucciso da un colpo sparato da un camioncino dei carabinieri in piazza Alimonda. Io non l'ho mai conosciuto, forse non mi sarebbe mai piaciuto, ma sicuramente al posto suo quella pallottola me la sarei presa anche io.
Le scuse, più o meno sincere dei comandanti e dei ministri valgono nulla; il crimine era già stato commesso, giorni prima, quando vennero presi poliziotti e carabinieri da tutta Italia, vennero preparati, equipaggiati come per una guerra, con l'unico scopo di tenere "sicura" la zona rossa, senza pensare alle migliaia di manifestanti pacifici, senza pensare alle centinaia di negozianti le cui vetrine sono state distrutte da meno di cento teppisti, a più di 4 km da dove la polizia garantiva la sicurezza a suon di manganellate, lacrimogeni e pestaggi gratuiti...
Se i giorni della memoria e del ricordo devono servire per non far commettere più gli errori del passato fino ad ora non hanno avuto grandi successi: ancora le città italiane diventano teatri di guerriglia ogni domenica, ancora si fanno test nucleari sulle isole più belle del pacifico, ancora migliaia di uomini e donne non possono andare a casa perché sono stati scacciati da guerriglieri finanziati da noi occidentali, ancora ci sono persone che vengono giudicate solo per il colore della pelle o l'accento o la provenienza.
Per oggi basta, non c'è più nulla da scrivere, o meglio ci sono talmente tante cose da scrivere che le lascio a qualcun altro, a qualche altra volta...

"Nessuno è libero finché anche un solo uomo al mondo sarà in catene."
Ernesto Guevara

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